C. S. Peirce. Le avventure della forma
Uno dei più importanti filosofi contemporanei, che ha influenzato Eco e Derrida, viene riletto a partire dal tema della forma. Come sono? Come sei? Come Siamo? Sono queste le domande che stanno al fondo della questione filosofica della forma, che sembra astratta ma che è, in realtà, implicata in tutti i processi di riconoscimento in cui una qualità viene attribuita a qualcosa o a qualcuno. Peirce interpreta i processi di attribuzione delle qualità come processi semiotici: riconoscere, infatti, significa sempre riconoscere qualcosa o qualcuno in quanto qualcos'altro. Questo "in quanto qualcos'altro", tuttavia, ha una duplice direzione: da una parte, conduce verso l'identificazione con un gruppo, un noi in cui si definisce un'appartenenza in base ad un come che accomuna e, dall'altra, conduce verso quell'assoluta singolarità del come io sono, o come qualcosa è, che definisce un sui generis incomparabile. È questa irriducibile dualità dell'in quanto qualcos'altro che rende avventurosa la riflessione peirciana sulla forma, che ne determina l'inquietudine, i continui cambiamenti, i ripensamenti e le svolte che questo libro insegue.
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