Storie quasi vissute
«Giorni fa ho incontrato Gianni quasi per caso e, come se dal caso fosse stato segnato quell'incontro, mi ha esposto con poche parole quasi in immagine questo suo nuovo libro, o quelle che lui chiama le sue piccole storie. Così, parlando, con il garbo che sempre lo contraddistingue, mi ha chiesto di scrivere due righe, un pensiero o una semplice nota di presentazione. Conosco Gianni da molti anni e ne apprezzo sia il senso che la forma poetica ma non sapevo del suo impegno nella narrativa e mi sono chiesto se fossi all'altezza del compito. Ma poi quella genuinità, che è amicizia, e quella pura semplicità quasi timida mi hanno coinvolto e ho accettato. Ho iniziato così, lentamente, con la stessa naturalezza con cui mi era stato proposto, a spingermi in quelle righe che conducono lungo il libero sentiero delle pagine. Lungo quelle linee che incamminano il lettore in una luminosità di pura poesia. Una sensazione strana. Più che leggere mi è sembrato di entrare nel libro, di tuffarmi nell'azzurro dell'oceano e scendere nel più profondo dei suoi abissi e di sviscerarne i misteri nascosti. Di rubarne l'essenza celata. Di carpirne le bellezze e i segreti: ma anche le insidie. Un mondo dove fatti, storie o leggende si susseguono, si intrecciano, si articolano senza sosta per il lettore. Eventi che si esprimono, si raccontano senza tempo alcuno e senza tempo per soffermarsi. Senza un tic tac che ne scandisca le ore e faccia riprendere fiato a colui che con il dito ne segue le tracce. Improvvisamente è come trovarsi all'interno di uno specchio, dove l'immagine riflessa perde la ragione. Perde quella cognizione che sa di realtà, racconto o autentica fantasia. Ma non si perde in una resa...» (Dalla Presentazione di Massimo Scotti)
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