Gymnopedie

Gymnopedie

Gymnopedie: "Il lettore di questo libro d'esordio di Michele Bordoni sappia innanzitutto che si trova di fronte a un poeta autentico, lievemente e fervorosamente inattuale, già sicuro nel timbro, abile a recuperare gli echi di una tradizione altissima, e irradiarla con spirito ardimentoso in un orizzonte mentale (e vocale) che non ha nessun timore di chiedere alla parola, e al verso che la porta, una qualità che in tempi di presupponente dismissione stilistica appare sempre più negletta: l'eleganza. Ne esce una poesia di resistenza. Di resistenza al dolore, innanzitutto (di cui le poesie dicono ciò che c'è da dire con un andamento dolcemente discorsivo atto a dar conto di una continua rimisurazione di sé nel rovello del pensiero teso fra rimembranza e ricalibratura della realtà), e, in filigrana, di resistenza nei confronti di un linguaggio poetico accomodante, quello dei più. Le Gymnopedie scaturiscono proprio qui, nel punctum dolens di una coscienza nutrita di letture ("Mi cerco fra le pagine degli altri / quasi fosse un'amara vocazione / la tentazione di non appartenersi.") che si arroga il compito, difficile per quanto storicamente necessario, di una resistenza elegante "che sia preghiera e perimetro di voce, / la fioritura nell'apnea del canto". Che è come dire che le poesie di Bordoni nascono nel luogo ambiguamente armonico di riflessione di un io lirico che si muove sì nella concretezza del mondo - la geografia di questo poeta nuovo sta fra un Veneto quasi suo, Venezia e Padova in primis, e le Marche native - ma che non ha nessuna paura di mettersi in ascolto, rilkianamente, luz
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