Gioventù rivoluzionaria. Bordiga, Gramsci, Mussolini e i giovani socialisti nell'Italia liberale
Al momento della sua fondazione nel gennaio 1921, il Partito comunista d'Italia era segnato dall'affermazione di un gruppo dirigente composto da giovani che avevano compiuto il loro apprendistato politico negli anni compresi tra la guerra di Libia e lo scoppio del primo conflitto mondiale. Un "partito di giovani" alla cui costruzione partecipò attivamente la Federazione giovanile socialista che a Firenze, qualche giorno dopo la scissione di Livorno, decise di aderire al neonato Partito assumendo la denominazione di Federazione giovanile comunista. In questo libro la storia della FGSI viene ripercorsa rintracciando alcuni snodi decisivi – guerra di Libia, Grande guerra e rivoluzione bolscevica – che condussero i giovani socialisti ad abbracciare la causa rivoluzionaria e internazionalista e che consentirono all'organizzazione italiana di affrancarsi dal provincialismo politico che caratterizzava, in negativo, il socialismo italiano all'interno della II internazionale e di assumere così un ruolo di primo piano nella costruzione dell'Internazionale giovanile comunista. Una vicenda ricostruita prestando particolare attenzione alle biografie politiche dei maggiori protagonisti di quei passaggi: Vella, Bordiga, Tasca, Gramsci, Togliatti, Terracini, Fortichiari, Grieco, Leonetti. E lo stesso Mussolini, il quale ebbe una parte importante nello spingere la Federazione giovanile lungo la strada del massimalismo rivoluzionario.
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