Il sogno del giardino
Con questo nuovo lavoro Vincenzo Cottinelli, dopo anni di ritrattistica, storie e reportage, racconta il vecchio giardino "nascosto" della sua abitazione. E un'opera fotograficamente e poeticamente preziosa, realizzata in bianco e nero, con l'utilizzo di vecchie fotocamere analogiche di medio formato. Non descrizione botanica, ma trascrizione di emozioni visive. Sono immagini avvolte in un alone di sonno e di sogno, ombrose e di contrasti profondi ma non violenti, che parlano di un luogo speciale, a volte selvatico, a volte addomesticato. Ogni fotografia stampata conserva un rapporto stretto con il supporto da cui nasce, nel senso che la pellicola, compresi i suoi bordi spesso irregolari, compresi i fasci di luce abusivamente penetrati nella camera obscura, è sempre ben visibile nella stampa; la pellicola porta il giardino spalmato su di sé, soprattutto quando più scatti vicini sono uniti nella stessa stampa come scelta di post-produzione. Non vi sono quattro stagioni, ma diversità di toni, forme, atmosfere che il giardino assume nello scorrere del tempo: dalla vivacità della fioritura, alla nevicata furibonda, a pomeriggi di calore mediterraneo, al rigoglio di forze vegetali in movimento. Ma c'è anche il giardino come luogo di lettura, cultura e meditazione, dove nasce il racconto fotografico della giardiniera che sembra sognare se stessa come ombra intenta a curare il giardino. Le immagini sembrano oniriche, perché l'autore ha colto il raro combinarsi di ombre vegetali e umane...
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