Dialettica dell'irrazionalismo. Lukács tra nazismo e stalinismo. Con Grand Hotel «Abisso» di György Lukács
La distruzione della ragione - una delle opere più ambiziose e controverse di György Lukács - possiede il fascino dei luoghi della memoria. Scritta durante la guerra e pubblicata a Budapest nel 1953, quando il suo autore viveva sotto la minaccia delle persecuzioni staliniste, essa appartiene a pieno titolo al grande dibattito intellettuale che attraversa l'Europa di quegli anni: perché Hitler? Da dove nasce il nazismo? La storia tracciata da Lukács dell'irresistibile ascesa dell'irrazionalismo nella Germania moderna - una linea retta che nasce con il primo romanticismo e giunge a Hitler - è unilaterale e discutibile, come pure la sua apologia dello stalinismo, ma è anche lo specchio di un'Apocalisse: la crisi dell'Europa tra le due guerre. Enzo Traverso contestualizza e storicizza quest'opera, mettendone in luce i limiti e le contraddizioni, ma riconoscendone anche la sinistra grandezza. Questa rilettura a settant'anni di distanza è inoltre l'occasione di riesaminare il concetto di irrazionalismo, oggi al centro di un vasto dibattito intellettuale intorno alle premesse del postmodernismo e degli studi postcoloniali.
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