R/esistenze precarie. Lavoratori universitari e capitalismo cognitivo
Questo libro inserisce l'università nel più vasto scenario di trasformazione del lavoro intellettuale. Un lavoro in cui relazioni, emozioni, passioni sono mobilitate e trascinate in una logica di mercificazione pervasiva. Frammentazione dei singoli interessi, de-sincronizzazione ed espansione dei tempi di lavoro, denormazione delle garanzie, da un lato, richiami alla produttività, all'efficienza e all'innovazione continua, dall'altro lato, incastrano i lavoratori precari nelle "trappole" che caratterizzano oggi il capitalismo cognitivo. Sottrarsi a tale logica è davvero difficile, non soltanto a causa dei sofisticati meccanismi di "promessa" impastati di retoriche meritocratiche, ma anche perché il sistema di produzione si fonda sempre più su reti collaborative, relazioni "agevoli", presunta valorizzazione delle "qualità superiori" del lavoratore, e in qualche modo sembra rispondere al desiderio di riconoscimento ingigantito dalla condizione precaria. Eppure anche l'adesione a questa logica non è scontata. Tracce di resistenza attraversano le biografie di chi a questo libro ha voluto collaborare, partecipando a una serie di incontri centrati sulla narrazione di sé e divenuti occasione per una "autoanalisi" del lavoro universitario.