Resistenza. La folle speranza di un nuovo umanesimo
«Se diventiamo incapaci di creare un clima di bellezza nel piccolo mondo intorno a noi e ci dedichiamo soltanto alle ragioni del lavoro, tante volte disumanizzato e competitivo», come possiamo resistere all’incedere silenzioso dell’indifferenza e dell’isolamento? Come possiamo evadere dalla prigione della solitudine, riabbracciare il battito della vita e riscoprire il primato delle emozioni? Nel suo testamento spirituale, Ernesto Sabato posa il suo sguardo disincantato sulla società tecnologica del nostro presente, ipnotizzata dal bagliore televisivo e incapace di godere del mistero di un’opera d’arte o del piacere di una conversazione tra amici. In cinque lettere indirizzate al lettore Sabato lancia un appello a non rassegnarsi, a ritornare al cuore delle cose, nella convinzione che solo «i valori dello spirito ci possono salvare dal terremoto che minaccia la condizione umana». Un invito a resistere al buio della «notte in cui viviamo», sorretti dalla certezza che «il mondo non può nulla contro un uomo che canta nella miseria».