Lettera del giovane lavoratore
Scritta nel 1922 e ultimo saggio di Rilke, La Lettera del giovane lavoratore mette in scena uno sdoppiamento e una confessione, in cui il Rilkelavoratore si rivolge al Rilke-poeta (nei panni del poeta fiammingo Emile Verhaeren). Al centro della riflessione c'è il lavoratore, in quanto essere vivente attivo nel mondo, e il suo interrogarsi sulla religione e sul senso dell'esistenza. La lettera diviene un'esaltazione della vita sulla terra, vissuta nella sua pienezza, e un atto di accusa contro il Cristianesimo che, rinnegando la bellezza del mondo, ha di fatto allontanato l'uomo da Dio. Rilke trova allora nell'esperienza poetica - in una poesia che esalti le cose terrene come quella dei suoi contemporanei Sonetti a Orfeo - l'unico e ultimo mezzo per trovare un significato alla propria vita.