La maledizione di Hedwig. La bambola di ossa
Hans non è che un ragazzo quando, suo malgrado, resta implicato nel caso mediatico più grottesco e inquietante che il suo villaggio abbia mai sperimentato. Solo il legame con la giovane e bella Rebekha riuscirà a farlo procedere in un labirinto di indizi mai decisivi. Un vicolo cieco impenetrabile, costellato di rapimenti, omicidi raccapriccianti e delitti vari nella cornice di un piccolo centro dell'entroterra della Germania primonovecentesca dominato da una mentalità chiusa, di impronta addirittura medievale, più che semplicemente preromantica. Una sorta di Eliade nietzschiana e incontaminata, niente affatto idilliaca, bensì governata da pregiudizio, moralità ed esasperata religiosità. In un contesto del genere, Hans è pervaso dal sentimento di fuga e dalla voglia di estraniarsi da un'indagine più grande di lui. Hans non è l'eroe, è solo una pedina, dominata dagli eventi. Eppure sarà lui a scoprire i misteri che si celano dietro il misterioso rapimento di Annabelle: che cosa nascondono, però, gli abitanti di quel luogo? Un segreto, certo, celato nelle radici stesse di Heksbourg.
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