Il libro nero della società civile. Come vent'anni di nuovismo hanno distrutto la politica in Italia
Dal 1992 ad oggi alcuni concetti sono diventati luoghi comuni indiscutibili della pubblicistica e del discorso politico, giornalistico e culturale italiano. Tra questi la "società civile" occupa un posto di regina indiscussa. Tutto ciò che proviene dal suo magico mondo è stato ammantato da virtù redentrici. La politica si è così trasformata inseguendo modelli e miti riferiti alla società civile, fino a raggiungere il traguardo per cui tutto quanto possa anche solo apparire professionalità e autonomia della politica viene visto con sdegno o con sospetto. Berlusconi, Grillo e Renzi sono, in forme e misure diverse, aspetti di questo fenomeno. Michele Prospero, intellettuale italiano tra i pochi a preferire da sempre il nuotare contro la corrente, con la sua prosa ironica e sferzante, va dunque all'attacco della regina. In questo libro Prospero ricostruisce i nefasti esiti dei diversi "nuovismi" ispirati al mito della società civile. Ne esce un ritratto allarmante della politica italiana, ridotta a spettacolo, indifferente ai contenuti e irrilevante rispetto alle vere decisioni, sempre più delegate a tecnici e "poteri forti". Con il risultato, a tratti paradossale, che gran parte della vera "società civile" finisce per scomparire dalla scena, mentre la politica, allegramente, si occupa d'altro.
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