Carlos Marcello. Il boss che odiava i Kennedy
22 novembre 1963, una limousine decappottabile sfila per Dallas con John F. Kennedy a bordo. La gente si affolla per salutare il giovane presidente che vuole essere rieletto alla Casa Bianca. Alle 12:30 il giorno di festa si trasforma in tragedia quando un colpo di precisione uccide di J.F.K. L'ex marine Lee H. Oswald viene arrestato un'ora dopo: ad una nazione sotto shock viene subito indicato il colpevole dell'assassinio del presidente degli Stati Uniti d'America. Due giorni dopo Oswald scortato dalla polizia viene ucciso in diretta tv da un gestore di locali notturni di Dallas. Carlos Marcello, nato Calogero Minacori nel 1910 da genitori siciliani, nel 1963 è il capomafia di New Orleans ed è anche l'uomo più potente e ricco della Louisiana. Marcello, proprio alla stessa ora di quel fatidico 22 novembre 1963, attende davanti alla corte di giustizia di New Orleans una sentenza che potrebbe espellerlo definitivamente dagli Stati Uniti, una minaccia federale contro di lui voluta dal Ministro della Giustizia Robert F. Kennedy. "Bisogna tagliare la testa e non la coda, affinché il cane non morda più", dirà Marcello un anno prima di Dallas. Lontano dalla teoria dell'assassinio solitario imposta dalla Commissione Warren o dai troppo complicati e oscuri complotti che hanno confuso l'opinione pubblica invece di chiarire perché Kennedy morì, Vaccara racconta una storia che è la cronaca di una verità storica che l'America per mezzo secolo non ha voluto accettare.
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