La quarta prosa
Quando apparve questo volume con i saggi "Sulla poesia" (1928), "Il discorso su Dante" (che è degli inizi degli anni Trenta), "Viaggio in Armenia" (1933) e con il grande saggio che dà il titolo al libro, "La quarta prosa" (1930), Angelo Maria Ripellino notò che in questi scritti, in cui si mescolano saggistica e narrativa, brani di autobiografia e riferimenti alla musica, alla linguistica, alle scienze naturali e alla storia, Mandel'stam realizzava il suo grande sogno: costruire cattedrali verbali come luogo di convergenza e compendio di varie arti e branche dello scibile. E più vivo e vero apparve il sogno là dove Mandel'stam, con la sua concreta scrittura, comprime insieme ed incastra eterogenei strati culturali, trasponendo ora la musica in ottica, ora la botanica in pittura, con un'attenzione spasmodica al particolare, ai piccoli nulla.
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