Uno sguardo indietro. Autobiografia
Questo libro è la vivida auto-confessione dei due mondi abitati dalla Wharton donna-scrittrice; la realtà degli incontri con amici e vicini - nei chiassosi viaggi in automobile alla ricerca di "aria da respirare" - cammina fianco a fianco con la dimensione dell'altrove, quella in cui i personaggi dell'autrice si muovono, parlano, accolgono la luce della nascita già pregni del proprio nome, lo stesso luogo edificato dalla voce di Edith bambina che legge storie a se stessa con il libro capovolto. L'attimo fuggente in cui le creature dei suoi romanzi compaiono, muovendosi "come sciami di api", respira all'unisono con il ricordo del passato incastonato in un tempo di odori e visioni naturalmente eleganti, di balli ed indimenticati squarci d'Europa, come quello della trasteverina che danza dinanzi ad una locanda col sottofondo di un pifferaio o l'insistente profumo di viole avvertito in certe giornate di sole italiane. La trama è tessuta su un imprescindibile valore dato al rapporto umano, all'amicizia intimamente sacra, quella capace di scardinare la propria anima per proiettarla in un altro individuo: ciò che alla Wharton accadde con Henry James. L'ombra delicata di questo scrittore percorre, infatti, tutte le pagine dell'autobiografia; sembrerà alla fine, anche a noi, d'averlo sentito cantare Remembrance di Emily Bronté, d'aver visto il suo sguardo mentre con forza ci toglie un libro di mano.
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