Il grande ballo della letteratura
Il titolo di questo romanzo si può intendere nel senso letterale del termine, sia perché le vicende dei suoi personaggi si concludono in un teatro di Rio de Janeiro l'ultimo giorno di carnevale, con un grande ballo tematico a cui tutti i partecipanti si presentano travestiti da qualche immortale personaggio della letteratura mondiale (da Pinocchio a Raskolnikov, da Lady Chatterley a Madame Bovary), sia perché il composito intreccio degli stili che miscelano con disinvoltura il realismo e la favola, il diario e le lettere, l'autobiografismo più indiscreto e le più stravolte fantasie, rende possibile l'identificazione della letteratura con un grandioso e disordinato ballo a cui manca soltanto il conforto della musica, che resta inesprimibile a parole, anche se si cerca di surrogarle ricorrendo alla fotocopia di uno spartito musicale, nella fattispecie il Forellen-Quintett di Franz Schubert. Il lettore è invitato a compiere un'immersione nel proprio irrecuperabile passato, o altrimenti ad abbandonarsi alle dolci fantasie dei sogni dove magari potrebbe incontrare anche lui fra una danza e l'altra l'intrepida e pur così confusa Albertina, oppure il buon Giacomo, sempre in aperto conflitto con lo screanzato Ernesto, definito a volte come il figlioccio del diavolo. E chi sarebbe allora il diavolo se non colui che regge i fili dei tre burattini presenti in questa storia?
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