Piccola metafisica del libro
Il libro è oggi nel vivo di un dibattito incalzante, caratterizzato da stravolgimenti su tutti i fronti. Il mondo della comunicazione conosce un'impressionante metamorfosi: l'informazione cresce a velocità spaventosa, le tecnologie non cessano di innovarsi a ritmi altrettanto vertiginosi, mentre l'universo della rete genera mutamenti che sconvolgono le cornici abituali dell'esperienza. A ciò si intrecciano le dinamiche sociali ed economiche che reggono l'apparato del consumo e dello spettacolo, configurando le nostre vite. Qual è l'esperienza di senso in grado di dipanarsi in un simile intreccio? Che cosa può significare "pensare" in un contesto così problematico e al tempo stesso così avvincente? Tali gli interrogativi in cui si cala questa "piccola metafisica": essa indaga quel consueto supporto che nei secoli ha ospitato l'esperienza del senso dando "corpo" al pensiero - ciò che chiamiamo "libro". "Occorre allora pensare... pensare (al)l'infinito, e dunque pensare di contrabbando, occorre evadere senza mai aver finito, rendersi conto che pensare... è un gesto rivoluzionario..."
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