Gli assassini
Siamo negli anni Sessanta, in una cittadina della provincia americana, Cesario Flores è sergente dell'aeronautica militare statunitense; un messicano, originario di Sonora, che si è votato con testardaggine all'ordine, alla disciplina e al patriottismo americano, sotterrando il ragazzo indomito e rabbioso figlio della propria terra. Cesario vive nel culto della Vergine nera, tollera le isterie della moglie, e sogna per i suoi figli un futuro amabile e un presente che non venga mai a intaccare la loro innocenza, la loro rispettabilità. Tuttavia Juana, la figlia maggiore, la prediletta in cui l'uomo riconosce tutto ciò che gli resta del Messico, decide di sfidare la rigidità casalinga e della base militare in cui abita tutta la famiglia: scappa per vivere nel deserto, in una sorta di piccola comune dove si lascia sedurre dal carattere forte, non di rado violento, di un giovane spacciatore, e dalla convinzione con cui Michael, Sandy e Rosalie scelgono di allontanarsi da una società assassina e corrotta che, pur goffamente, cercano di combattere. Per un istante il mondo dei ragazzi e quello di Flores, che si spinge nel deserto per riportare a casa Juana, sembrano parlarsi, a tratti specchiarsi, ma è solo un momento di grazia. Quel momento, infatti, precede l'inizio di un itinerario impietoso costruito su due omicidi e un caso giudiziario.
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