Iconic Frida. Vita, passioni e fascino in uno stile unico oltre le mode
Frida Kahlo ha ispirato la moda, l'ha sempre fatto e continua a essere un punto di riferimento per fashion designers che trovano nel suo abbigliamento uno stimolo creativo per reinventare il passato. L'abito per Frida è l'espressione della sua identità, una maschera per esorcizzare il dolore e anche un mezzo per comunicare messaggi politici e d'amore. Con il suo abito tradizionale messicano Frida costruisce una seconda pelle, una nuova tela su cui incidere con forza i suoi valori, il desiderio di centralità della donna e dell'artista nella società contemporanea. Nel suo primissimo autoritratto, datato settembre 1926, Frida indossa "un romantico vestito di velluto color vinaccia con bavero e polsini, apparentemente di broccato d'oro". Nulla che faccia pensare a un abito tradizionale, eppure, a soli diciannove anni, la resa semiotica di ciò che indossa è già ben chiara e precisa. Ecco dunque che trova, proprio nella moda, la cornice perfetta per mettersi in mostra, una maschera per esorcizzare il dolore e la solitudine. La tragicità della sua vita è allora compensata dalla gioia del suo guardaroba ed è così che il mondo del glamour s'inchina e le rende omaggio come testimoniato dall'ampia selezione presentata in questo libro di abiti e collezioni a lei ispirate, dagli anni Trenta ad oggi. Frida ha sempre osteggiato il Fashion System in quanto espressione di splendore effimero, considerato nel suo quadro "Il mio vestito è appeso là" (1933) alla stregua dei simboli del consumismo americano, dal dollaro all'effige di Mae West. L'abito vuoto da tehuana, con huipil e enauga che si staglia nel quadro contro Manhattan, è lì per ricordarci l'identità meticcia di Frida, che mai potrà fondersi con il capitalismo della società moderna, quella stessa società che, suo malgrado, l'ha trasformata in un'icona di stile.
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