I cocci del mio nuovo alfabeto. Parole tra archeologia e letteratura
«Nei "Cocci" di Filomena Lombardo c'è un nuovo alfabeto da conoscere, da gustare con esclusivo piacere, facendosi sorprendere e guidare in quell'itinerario di conoscenza, di connessioni, che l'autrice ha costruito con il rigore della cultura e la passione dell'archeologa. Sono conchiglie cercate e trovate sulla spiaggia della cultura e della coscienza dell'autrice, passeggiando in compagnia di un'alba luminosa, che spaziano tra storia, mito, letteratura e arte pittorica, collegando ogni sapere umano e acquisendo un ritmo originale, restringendo gli spazi temporali e concettuali tra Ovidio a Frida Kahlò, tra Lucrezio ed Elsa Morante, tra Omero e Verga, tra l'Ariosto e Goethe uniti da un unico filo che ci sussurra di rileggere qualche pagina dimenticata o mai conosciuta, godendo della loro bellezza. Specchi riflessi di immagini, pensieri che spaziano liberi, miti che svelano nuovi e antichi significati offrendo rinnovati elementi di riflessione, svelando segreti che ne producono ulteriori. È il senso profondo dell'analisi delle parole che intriga, un senso evocativo e non solo etimologico, che ordina le lettere in una progressione concettuale, filosofica ed emozionale non solo alfabetica. Parole di uso comune come amore, bellezza, ideale, memoria, umiltà che spesso sembrano avere perso per strada il loro significato, o abbiano limitato la loro energia per un uso dissennato, si riappropriano della loro forza, della loro capacità di comunicare pensieri e stati d'animo. Le nostre parole sono il nostro essere e il nostro esserci: il nostro presente e il nostro passato".» (Enrico Inferrera)
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