Superman: the Golden Age dailies. Le strisce quotidiane della Golden Age (1942-1944)
«"Ehi, Superman, non sai che c'è una guerra in corso?" A meno di due anni dalla sua nascita, l'Uomo del Domani assaltò l'Europa e sfondò le difese naziste prima di acciuffare Adolf Hitler in Germania e Joseph Stalin in Russia per consegnarli alla Società delle Nazioni. Questa sequenza di fantasia in due pagine - pubblicata nell'edizione del 27 febbraio 1940 della rivista Look -assunse un nuovo significato quando gli Stati Uniti presero parte alla Seconda Guerra Mondiale nel dicembre del 1941. Era ora che Superman reagisse o sparisse. "Essendo il più valoroso e combattivo americano", osservò un articolo del Time del 13 aprile 1942, "Superman dovrebbe arruolarsi. Semplicemente non può. Nel servizio bellico sbaraglierebbe i [Giapponesi] e i nazi in un batter d'occhio, e la guerra non finirà tanto presto. D'altro canto, non può permettersi di perdere il rispetto di milioni di persone non facendo la sua parte o lasciando che la guerra si protragga a lungo". Il direttore editoriale della National Comics-DC, Whitney Ellsworth, si mise quasi subito alla ricerca di una soluzione e ne trovò una grazie all'editor Murray Boltinoff. Infervorato dall'orgoglio patriottico alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, Clark Kent si era precipitato ad arruolarsi nelle forze armate... e fu immediatamente escluso per aver inavvertitamente fallito il test oculistico leggendo la tabella della stanza adiacente con la sua vista a raggi x. Era una soluzione allettante, ma non spiegava, ovviamente, perché Superman non potesse semplicemente fregarsene del protocollo e volare lui stesso in prima linea. Quest'obiezione fu affrontata durante il corso della continuity giornalistica che apre questo volume, più esplicitamente nella striscia del 10 marzo 1942. "Le forze armate americane sono abbastanza potenti da schiacciare i loro pericolosi nemici senza l'aiuto di Superman", dichiarò l'Uomo del Domani di fronte a una seduta congiunta del Congresso. Era meglio che il suo potere si concentrasse sul fronte interno, difendendo la nazione dai sabotatori e dai traditori che non si sarebbero fermati di fronte a niente per azzoppare lo sforzo bellico (...)» (dall'introduzione di John Wells)