Di tutte le cose buone
Beth ha ventun anni ed è in prigione. Si trova lì perché ha fatto qualcosa di terribile e non si aspetta più niente dal futuro. Ma Erika, la sua psicologa, è convinta che ventun anni siano troppo pochi per smettere di vivere, e le chiede di scrivere una lista di tutte le cose buone della sua vita. Beth comincia così a raccontare la sua storia, una storia che si raccoglie intorno a brevi, intensi lampi di luce: la passione per la corsa, i confortevoli silenzi condivisi con una persona speciale, l'emozione di scoprire, in un pomeriggio qualunque, di piacere a qualcuno, fino alla prima volta in cui ha respirato il profumo della testa del suo bambino e ha capito davvero cos'era la felicità. Ma alla fine della storia la cosa brutta rimane. E a quel punto Beth non ha altro modo per andare avanti se non confrontarsi con essa, riconoscere la verità che si cela dietro il suo crimine. E capire. Perdonare. Perché nessuno è completamente cattivo e tutti meritano una seconda occasione. Anche lei.