Il caso del cane marrone. La storia di un monumento che ha diviso una nazione
Il caso del cane marrone fu una controversia riguardo alla vivisezione che infuriò nell'Inghilterra edoardiana dal 1903 al 1910. Correva l'anno 1906 quando a Londra, a Battersea, veniva eretta una statua commemorativa (in forma di fontana, che avrebbe fornito acqua a uomini e animali) dedicata dagli antivivisezionisti, a quello che entrerà nella storia come "il cane marrone", ucciso in un laboratorio di ricerca dopo atroci sofferenze. La targa apposta recitava provocatoriamente: "Uomini e donne d'Inghilterra, quanto dovrà durare tutto questo?". Il caso scoppiò grazie due studentesse svedesi femministe che avendo assistito alla pratica sul cane non anestetizzato, denunciarono il medico vivisettore. Citate in giudizio per diffamazione, persero la causa. Ma in seguito a ciò, fu istituita una Commissione Reale per indagare sull'uso degli animali nella sperimentazione e il caso ebbe una tale risonanza da spaccare il Paese in due. La statua, a sua volta, divenuta ormai un simbolo, fu causa di duri scontri fra studenti di medicina, forze politiche conservatrici e suffragette, sindacati e socialisti. Il saggio di Peter Mason, pubblicato in Inghilterra nel 1997 e divenuto libro cult del movimento antispecista internazionale, racconta con taglio giornalistico questa appassionante vicenda. La prefazione del professor Maurizi valorizza l'edizione italiana attualizzando il testo nel sempre acceso dibattito sulla sperimentazione dal punto di vista filosofico, etico e politico.