Era un treno di carne umana

Era un treno di carne umana

Questa è la testimonianza autentica ed integrale, a quasi settant'anni di distanza, del diario di prigionia del caporal maggiore d'artiglieria Fortunato Fortunati, nato a Tempio Pausania (OT) il 18 settembre 1909. Dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943, insieme ai commilitoni di stanza in Grecia, viene arrestato dai tedeschi e deportato presso un campo di concentramento nei pressi della cittadina di Mulheim. Il racconto scritto con elementare forza espressiva che solo le testimonianza autentiche sanno dare, ci dà contezza dell'intreccio quotidiano di vita e di morte con cui si sono confrontati dei nostri connazionali. Il testo originale fu affidato a brandelli di carta e a una matita. Il lavoro dello scrittore è stato quello di ricomporre il puzzle cercando di correggere esclusivamente quelle parti il cui significato si era perso per l'incessare degli effetti tempo sulla carta; con la sicura convinzione che possa essere da monito contro l'orrore dell'intolleranza dell'uomo che da quel momento cominciò ad avere paura di sé stesso.
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