Eugenio Corecco. La grazia di una vita
Fin dalla primissima infanzia Eugenio Corecco ha saputo che il senso della sua vita era una vocazione ed una vocazione alla pienezza. Ha colto fin dall'inizio la grande promessa inclusa nella sua chiamata al sacerdozio: Chi lo chiamava, un Altro, avrebbe compiuto il suo desiderio di realizzazione. Per questo ha sempre obbedito, con impegno, serietà e «senza sotterfugi», come amava ripetere. Si lasciava condurre dalla mano del Signore, riconoscendo che era questa stessa mano che gli donava l'indomito desiderio di pienezza, che l'ha reso capace di scelte coraggiose e soprattutto di appassionarsi ai compiti - sempre più importanti - che via via gli venivano affidati. Ha imparato ogni momento a non anteporre i suoi piani a quelli di Dio e ad accettare, alla fine con totale amoroso abbandono, la modalità del compimento che il Signore aveva predisposto per lui, perché la sua vita conoscesse una fecondità, che stupiva lui per primo. Il suo non è mai stato un cammino solitario: aveva veramente il dono dell'amicizia. Chiamato al sacerdozio, si disponeva a servire la Chiesa. Il provvidenziale incontro con il Servo di Dio don Luigi Giussani gli ha permesso di esplicitare la natura esperienziale della fede e gli ha rivelato la profondità della Chiesa come compagnia, la sua natura di Comunione, facendo di lui un educatore ed un autentico interprete dell'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, non solo nel campo del diritto canonico, l'ambito in cui si svolse la sua brillante carriera accademica. Eugenio Corecco, con i suoi studi e soprattutto con la sua vita di fede, ha dato un contributo, ancora in buona parte da esplorare, al diritto, alla teologia e alla pastorale del XX secolo. Prefazione di Angelo Scola.
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