Tra il nulla e l'infinito. Il credo dei non credenti

Tra il nulla e l'infinito. Il credo dei non credenti

Che il Mistero si affacci così prepotentemente e chiaramente là dove non ce lo saremmo mai aspettato, sembra una sorpresa strepitosa che ci dovrebbe far sussultare di gioia. Per due motivi. Primo, perché è la riprova che davvero l'uomo è Mistero, Infinito. E la riprova che l'uomo, ogni uomo, è un miracolo, è epifania dell'Infinito. E la riprova che il trascendente abita le nostre case, le nostre strade, le nostre relazioni, il nostro quotidiano, le nostre gioie, i nostri dolori, perfino la banalità del nostro quotidiano. Secondo motivo di gioia è che ci riscopriamo così tutti più vicini fra noi, più di quanto non crediamo. Non ci sono barriere, se non quelle costruite dalla nostra superficialità. Se avessimo un po' più di pazienza e di attenzione gli uni verso gli altri, ci accorgeremmo di quanto siamo profondamente convergenti come esseri umani, di quanto, per certi aspetti, oserei dire, siamo uguali. Siamo tutti abitati dall'Infinito, in tutti è presente, più o meno chiaramente, la sua orma.
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