Nel labirinto del potere. Le appassionanti vicende di tre donne al tempo della Controriforma
Sono trascorsi solo sei mesi dal giorno del Battesimo di Claudia Particella, e un'altra nascita è attesa con trepidazione, a molte miglia di distanza da Trento, in una zona quasi ai confini con la Francia. Il paese d'Issogne, annesso giuridicamente alla contea di Challant nel ducato d'Aosta, in questo giorno d'inizio novembre, si avvolge, quasi a coprirsi per il freddo pungente, nelle nebbie recate dalla Dora Baltea, sulla cui riva destra si erge. Quasi di fronte, sulla riva opposta, l'imponente maniero di Verrès appare in lontananza come un'informe, indistinta massa oscura. Dopo alcuni giorni, un'elegante carrozza, con le insegne Madruzzo-Challant disegnate sulle portiere, parte da Issogne alla volta di Riva, sulla sponda trentina del lago di Garda. È scortata da diversi armigeri e da alcuni servitori seduti su carri trainati da cavalli. All'interno due giovani passeggeri: Carlo Emanuele e Vittorio Madruzzo-Challant. Sul primo carro che è al loro seguito, ci sono alcune masserizie, vettovaglie e, ben avvolto in alcune coperte, riparato in una cassa, il quadro dal criptico significato raffigurante la donna alata. Circa quaranta giorni dalla scomparsa del marito, agli inizi d'agosto, Claudia de' Medici si allontana da quella corte sotto un sole non ancora cocente, per tornarsene a Firenze. Ormai nulla la trattiene più a Urbino.
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