Impresa che cambia, impresa che comunica. Rinnovare la propria immagine, per essere percepiti in modo differente

Impresa che cambia, impresa che comunica. Rinnovare la propria immagine, per essere percepiti in modo differente

Chiunque possiede un'attività professionale o imprenditoriale dovrebbe comprendere l'importanza della comunicazione. Uno strumento essenziale per far conoscere quali sono i prodotti e i servizi che siamo in grado di offrire, cosa ci differenzia dagli altri e quali aspetti rappresentano le nostre peculiarità. Eppure non basta comunicare, o credere di farlo, per raggiungere i risultati sperati. Perché comunicare in maniera appropriata significa dotarsi di un livello di conoscenza del linguaggio tale da permetterci di essere compresi. Questo lavoro analizza in maniera chiara ed esaustiva le scelte comunicative di una piccola azienda che ha voluto tracciare un percorso per distinguersi e rendersi riconoscibile in un mercato sempre più competitivo. Una piccola trattazione non manualistica che, con l'ausilio di esempi specifici, immagini e disegni a corredo, guida il lettore all'interno di un meccanismo preciso e ne spiega il funzionamento. Una disamina dedicata a quegli imprenditori che vogliono muoversi con consapevolezza in un ambito insidioso come la comunicazione aziendale, ma anche a tutti quei professionisti della comunicazione che intendono mettere a disposizione di un contesto aziendale le loro capacità. Le piccole e medie imprese caratterizzano ancora oggi un rilevante segmento del nostro tessuto economico nazionale, ma spesso non dedicano la giusta importanza alle attività di comunicazione, che così capita si trasformino in «urgenze». Come si sa, però, l'urgenza scaccia l'importanza e accade che la necessità di un qualsivoglia strumento si imponga come non più rinviabile, divenendo una condanna affannosa alla rincorsa di bisogni che avrebbero potuto essere anticipati e addirittura schedulati. Permane alle nostre latitudini una certa convinzione, una resistenza intellettuale, in base alla quale tutto sommato la «pubblicità» sia una congerie di azioni accessorie o comunque non così indispensabili. Si fatica nella pianificazione strategica delle attività di comunicazione, come pure nell'allocazione e gestione di un budget adeguato a loro supporto, da distribuirsi in un debito arco temporale. Morale: l'azienda finisce per spendere magari anche di più e si condanna da sola all'inefficacia.
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