Assalto alla diligenza. Cavallo Pazzo, al XX secolo Mario Appignani

Assalto alla diligenza. Cavallo Pazzo, al XX secolo Mario Appignani

In una Roma baciata dal successo mondiale, nell'epoca in cui il maestro Fellini, con i suoi film, traccia un'impronta che risulterà indelebile anche per gli anni che verranno e contraddistingueranno l'Italia nel mondo, viene a mancare un'attrice che incarna l'anima popolana e vigorosa "de Roma": Anna Magnani. Al suo trististissimo funerale si presenta, elegantissimo, un ragazzo con un mazzo di rose rosse: attira l'attenzione di un altro, minorenne e più timido, che per recarsi a quel funerale quel giorno ha marinato le lezioni della sua quinta ginnasio. Il primo "adesca" il secondo e lo invita al bar offrendogli un superalcolico. Mario, il nostro eroe, si mostra lanciatissimo e con le idee chiare sia per l'impegno da impiegare in politica in anni folgoranti in cui certi slanci per la libertà sono imprescindibili, sia per essere o sentirsi allievo di un altro maestro, poeta, scrittore e regista e difensore delle borgate e degli emarginati, Pier Paolo Pasolini, un padre per lui. L'amicizia tra i due ragazzi corre fitta per ben ventitré anni, quando Mario muore a soli qua-rantuno anni, in un' Italia percossa da Tangentopoli e dal fatidico tintinnio delle manette che provoca la distruzione delle carriere di politici e imprenditori prima, l'implosione di alcuni partiti poi. Come dire, quando la presunta cura risulta peggiore della malattia. Gli episodi percorrono eventi importanti: Mostra del Cinema di Venezia, Festival dei due Mondi di Spoleto, Festival di Sanremo, Congressi politici. I personaggi sono tutti di altissimo livello e trasudano molta umanità, anche perché feriti e in difficoltà. Mario "Cavallo Pazzo" non lascia mai indifferente nessuno, o lo si ama o lo si odia.
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