Io sono colui che sono
Roma sta per cedere alla ferocia del capo degli Unni, Costantinopoli si difende dalle mire dello Shah. Un consigliere straniero con una strana frequentazione con il divino agisce per la sopravvivenza della romanitas. Chi è costui? Per certo ha avuto un ruolo, molti anni prima, nelle terre d'Israele, sui destini dell'essere umano che ha cambiato la storia dell'Occidente. Il narratore ci dice come è andata e anche il consigliere ci darà la sua versione dei fatti. Barbari, imperatori, Shah, un Prefetto, uomini dal lontano Oriente, una giovane donna e lo straniero a tirare le fila. Giunge il momento per Baldas di esporsi, non può fare altrimenti, deve raccontare, deve farsi credere, imparerà persino ad amare. Una doppia verità sulla nascita, il pensiero e le religioni dei popoli, attraverso una figura universalmente screditata che, forse, rappresenta appieno il nostro inconscio collettivo. Due trame, identiche e quanto mai opposte, raccontate in modo diverso. La scelta della versione a cui credere sta al lettore e alle sue convinzioni, sempre che non si sgretolino pagina dopo pagina...
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