Medusa era una fanciulla. Poesie di metamorfosi e confini
«Medusa, il mostro che pietrificava con lo sguardo, secondo un'altra versione del mito era in origine una fanciulla bellissima che, macchiata dal peccato, fu condannata dalla dea della ragione Atena a un destino di dolore e ombra. Solo nella morte ritrovò lo splendore, quando il suo sangue rifluì in vivo corallo, la pietra che scaccia i demoni. Il nome Medusa, del resto, in greco antico significa "protettrice", "guardiana". Questa raccolta di poesie è ispirata a lei, Medusa, e a tutte le donne streghe, seduttrici e sedotte, tradite e abbandonate, che in ogni epoca si sono confrontate con il dolore e hanno saputo reagire, ognuna a suo modo, con follia, sogno, violenza e poesia. Così come la storia di Medusa si intreccia con quella di Perseo, allo stesso modo i miei versi femminili si rivolgono agli uomini che si riparano dietro agli specchi: cavalieri erranti nei labirinti, feroci predatori, creature troppo spesso assenti; che siano per loro oracoli, queste mie poesie, antidoti contro il narcisismo, incantesimi e nuove vie. Medusa era una fanciulla... è mistero d'Amore, poesia di passione: metamorfosi incessante che trasforma spazio e tempo, rende labili i confini.»
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