La mia paura di essere schiava

La mia paura di essere schiava

Si può essere schiavi della propria parola e del proprio nome? Si può essere schiavi del proprio lavoro, della propria condizione di precario/a? Nel nostro nome, come nella nostra parola, si racchiude l'origine della nostra individualità, con i suoi legami affettivi, storici e geografici. Nel guardarci allo specchio possiamo cogliere le tracce della nostra stirpe. Se ognuno di noi dovesse fare una ricerca sulle proprie origini troverebbe certamente una serie di fattori coincidenti tra il proprio "sé" e quello di antenati antecedenti, anche di varie generazioni. Questa è l'indagine condotta da Ivana Maksi nella presente opera poetica. L'interrogativo è se il proprio nome rifletta le proprie origini. La risposta dipende da quanto sono coscienti del proprio sé gli individui che danno nome ai figli, da quanto sono radicati nella realtà. In linea di massima si può dire che i genitori scelgano il nome dei discendenti secondo qualche influenza dettata dalla realtà che li circonda. Quindi possiamo dire che sì, in un certo senso il nostro nome riflette la nostra origine. Ma la nostra origine è anche la lingua che parliamo e scriviamo. Possiamo dunque esserne schiavi?...
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Kay Scarpetta
Kay Scarpetta

A. Biavasco, Patricia Cornwell, Valentina Guani
Attraverso il fuoco
Attraverso il fuoco

A. Raffo, Robert Crais
Non vi lascerò orfani
Non vi lascerò orfani

Daria Bignardi