Esercizi con lo sguardo. Xero, copia, falso, clone. Carne digitale per l'estetica delle folle di Mediopolis
Uno dei più visionari analisti del mutamento culturale osserva gli effetti di alcune immagini e materie pop sulla formazione del gusto e sulla percezione del patrimonio identitario. Lo sguardo distratto, casuale, intermittente, voglioso, deviante che le folle lanciano sui corpi di carta, di bronzo, di marmo, di plastica nelle strade e piazze delle città investe e trasforma senza sosta il loro immaginario e le loro idee sull'arte. Con imprevedibili effetti sulla loro identità e sulla struttura del loro patrimonio. Oltre le architetture, i veicoli, i colori, i rumori, gli odori le folle vedono, cercano, fotografano i nuovi corpi e le loro materie: Veneri e cuochi di plastica, icone di ragazze senza tempo, scritture su muri e treni, cloni distorti di opere d'arte. Dopo Benjamin e MacLuhan, fermi per la forza dei tempi sulla soglia di internet, è il momento di una teoria del mutamento che la cultura mediale produce con la tecnologia, la rete, la rapidità del contatto iconico, oltre e contro qualsiasi lingua, confine e religione. È la forma di Mediopolis.
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