Il pianista di via Scarlatti
Ora Viktor non faceva nulla per frenare la fantasia. Gli pareva che la macchia lievitasse. Veniva fuori dalle porosità del tufo per riappropriarsi delle sembianze della ragazza che era stata. Nemmeno per un momento lasciò che gli occhi si staccassero da quella immagine. Se il corpo appariva sciolto in una morbida vaghezza di forme, una qualche alchimia aveva miracolosamente risparmiato l'impronta del volto. Viktor vedeva più di quanto di solito era capace di inventarsi. In quella che era una chiazza di sangue rappreso credeva di vedere un profilo dolce, dai lineamenti che sfumavano graziosamente in un'aureola di capelli. Così l'aveva sognata la ragazza che ancora non aveva incontrato.
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