Giuseppe Motta. Una vita per la cartografia

Giuseppe Motta. Una vita per la cartografia

«Da ragazzo sognavo sugli atlanti, vi immaginavo viaggi e avventure» è una citazione di Umberto Eco che piaceva a Giuseppe Motta, singolare figura di geografo proveniente da studi di scienze naturali, e in particolare di geologia, con la passione per l'alpinismo sul Monte Rosa. La dedizione al lavoro, unita alla volontà di aggiornarsi periodicamente e alle innate qualità umane, ne fecero per moltissimi anni il punto di riferimento del reparto cartografico dell'Istituto Geografico De Agostini, che con lui conobbe un periodo di notorietà internazionale che non ebbe pari, segnando nel 1982 il culmine della produzione scientifica di alta divulgazione con il nuovo Grande Atlante Geografico De Agostini. Quando lasciò la direzione cartografica dell'Istituto, tenuta dal 1965 al 1995, annotò che «come in altri campi, anche il cartografo dovrà sempre più trasformare il proprio bagaglio culturale per utilizzare al meglio le nuove tecnologie alla base delle quali tuttavia c'è sempre l'uomo con la sua razionalità ma anche con il suo gusto estetico senza di cui la carta non può essere nel contempo un prodotto scientifico, artistico e tecnico».
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