Diario di un detenuto sano, reso pazzo dall'attendere la morte
Francisco Abel Cagnas Ramirez, detto "Franco", è nel braccio della morte. Sarà giustiziato sulla sedia elettrica per aver ucciso selvaggiamente sua moglie Maria. Eppure, da ciò che traspare dalle prime righe del suo diario, su questo omicidio c'è un velo di suspense. Se sia accaduto veramente a no, forse si scoprirà più avanti, ma ciò che è più importante è imparare a conoscere lui e chiederci se effettivamente qualcosa dentro di noi si risveglia per cominciare a gridare. La storia di un condannato che lentamente perde la ragione (o la recupera, punti di vista ... ) potrebbe stuzzicare la nostra concezione della libertà e della possibilità di agire. Dietro la storia di Franco c'è un simbolico oceano di riferimenti al nostro modo di vivere. Probabilmente, se d'improvviso ci venissero prospettati nove anni di vita in carcere e poi una folgorazione definitiva senz'appello, riusciremmo a vedere come le idiozie che facciamo ogni giorno non siano altro che idiozie. E quindi la domanda è: quanti uomini devono morire perché si risvegli in noi quella consapevolezza che può cambiare tutto?
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