L'ultima porta
Si ha la sensazione, leggendo l'inizio di questo romanzo, di avere a che fare con un testo costruito principalmente su basi scientifiche: tutt'altro. Preparatevi, perché si piange. Di riferimenti e concetti scientifici ce ne sono, altroché, dettaglio che attesta la conoscenza degli argomenti da parte dell'autrice, ma l'indagine si svolge tutta nelle profondità dell'animo umano. Attraverso l'osservazione delle immagini contenute nel cervello del protagonista, proiettate all'esterno da una sofisticata apparecchiatura, ricordi, emozioni e sentimenti si dispiegano davanti agli occhi affascinati e coinvolti dell'équipe di scienziati, ormai uniti da un'indissolubile amicizia. Un percorso interiore forte e toccante, utilizzato da Michela Brienza come rappresentazione del percorso di ognuno di noi, mostrando anche i passi necessari per la propria crescita, fino a raggiungere l'inevitabile, meravigliosa, "ultima porta".
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