Tirana (1940-1946)

Tirana (1940-1946)

La guerra vista con gli occhi di un ragazzo mette ancora di più a nudo la sua assurdità e crudeltà. A raccontarci la guerra in Albania sono i ricordi dell'autore, ricordi indelebili al punto che la stesura di questo testo è avvenuta senza il ricorso ad appunti o diari che Ruggero Ferraiolo, peraltro, non aveva mai potuto scrivere, perché non cadessero in mani "pericolose" per se stesso e per altri. Nel 1940 egli ha tredici anni e assieme alla madre e ai fratelli raggiunge il padre che lavora a Tirana e con la sua famiglia vive in questa nuova terra per circa sei anni, tutto il periodo della Seconda guerra mondiale e qualcosa oltre, fino al 1946. Giorno dopo giorno "compagni e amici albanesi e italiani intrecciavano le loro vite in tempi ed eventi che avrebbero lasciato segni profondi in ciascuno di noi. Non ci rendevamo conto che di lì a poco tutto sarebbe cambiato: alla fine della guerra qualcuno di noi non ci sarebbe stato più, qualcun altro avrebbe avuto la vita sconvolta per sempre da eventi terribili e altri ancora, fra cui io stesso, avrebbero potuto tentare di riprendere la vita di prima tornando in Italia dopo la fine di una guerra sconvolgente".
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