Spoglia di sillabe
Immergersi con tanta dedizione nell'esistenza fino a perdersi quasi nel suono di pensieri e trasformare questo suono in parole che segnano immancabilmente il percorso emotivo, fino a ritrovarsi nudi, spogli di tutti, eppure ricchi, puri. Ecco quello che ha fatto Aurora Coppola nella sua prima silloge, "Spoglia di sillabe", una raccolta nella quale l'autrice si lascia trascinare dalla forza della vita per estrapolarne il midollo, raggiungere la sua essenza. D'altronde è alla poesia di matrice irlandese che fa costantemente e sottile riferimento, alla petrosità di Yeats, alla polisemicità di Beckett alla spigolosità di Joyce, e su questi ben pasciuti campi fa crescere una scrittura diretta, rocciosa e fiera. Sinestesie, rime baciate, accostamenti ossimorici, incontri (in apparenza) casuali tra le sillabe, accompagnano lo scorrere dei versi, l'andare fluido nel profondo dell'inconscio.
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