La scuola laica. Gaetano Salvemini contro i clericali
Quando in tarda età gli fu chiesto come avrebbe voluto essere ricordato, Gaetano Salvemini rispose così, molto semplicemente: "come un insegnante, un educatore". Proprio come educatore, le sue pagine più belle restano forse quelle che egli scrisse sulla scuola, che per lui - naturalmente - doveva essere laica. Dove "laica" è la scuola che non assegna allo Stato il monopolio dell'educazione o che esclude i preti dal corpo degli insegnanti pubblici. No, come ricorda Gaetano Pecora in questo saggio, "laica" per Salvemini è innanzitutto la scuola che non impone nulla agli alunni in nome di autorità sottratte al sindacato della ragione, e che invece li mette in condizione di formarsi autonomamente il giudizio che meglio risponde alla loro personalità. Da qui le polemiche contro le chiusure settarie dei clericali e, più in generale, contro le feroci unilateralità degli intolleranti di ogni colore. La polemica, d'altronde, era la sua musa segreta, la scena sulla quale egli veramente mandava scintille, come dimostrano anche le pagine di questo libro.