Non solo robot
"Le macchine ci ruberanno il lavoro": da qualche anno, gli esperti ci mettono in guardia contro la possibilità che le tecnologie possano sostituire il lavoro umano. L'attenzione cade sulla diffusione dell'intelligenza artificiale, ma ancora poco sui processi che stanno alla base della sua produzione: sulle condizioni materiali della produzione dei dati e sulle moltitudini di lavoratori precari che addestrano gli algoritmi. Allo stesso modo, pensiamo ai robot e pensiamo al modo in cui mutuano le fattezze umane e ne ricalcano il comportamento. Consideriamo poco, invece, il modo in cui la tecnologia arriva a iscriversi nel nostro corpo, condizionando la nostra vita quotidiana: non si tratta soltanto di algoritmi in grado di apprendere sempre più velocemente quali sono i nostri gusti e le nostre abitudini, ma anche di intelligenze artificiali e sistemi di automazione che stanno avendo profonda influenza sul nostro modo di percepire lo spazio, di stabilire forme di comunicazione, di vivere le nostre relazioni di cura. Negli stabilimenti Amazon sono gli umani a diventare "organi coscienti" dentro a fabbriche completamente automatizzate. L'economia di piattaforma cambia il nostro modo di percepire il lavoro, riducendolo a prestazioni intermittenti, just in time, a richiesta. I dati si impongono come una nuova potenza coloniale: esercitano una presa sulla nostra vita ed estraggono valore per creare profitto. Attraverso le voci di cinque studiosi d'avanguardia delle nuove tecnologie, il volume - introdotto da Antonio Casilli, autore di Schiavi del clic - si propone di aprire la scatola nera dell'intelligenza artificiale per far emergere il sommerso, il rimosso o il sottaciuto della rivoluzione tecnologica.
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