La solitudine della punta
Tommi vive per il calcio e a quindici anni sogna di diventare un campione: si allena seriamente ed è convinto di essere una punta, un grande fantasista, come Baggio, il suo idolo di sempre. Ma, dopo gol non segnati e sconfitte subite, l'allenatore non è d'accordo e sembra infrangere il suo sogno costringendolo ad un altro ruolo: centrocampo, portiere. Ecco che il mondo di Tommi cambia completamente prospettiva, finché, giocando la "Partita della Vita", quella che la sua squadra non può permettersi di perdere, capirà come spesso sia necessario passare dall'umiliazione del fallimento per poter assaporare pienamente la vittoria, e fare i conti con realtà anche scomode e dolorose per capire il proprio vero e speciale destino, "perché uno forte, è forte sempre". Ci sono anche cose che non cambiano, che lasciano vuoti incolmabili, come quello del padre che all'improvviso, scontento della propria esistenza, se ne va di casa abbandonando Tommi e la madre senza una spiegazione e senza quasi più far trovare tracce di sé, finché una telefonata dall'altra parte del mondo, quattro anni dopo, arriverà a sconvolgere di nuovo la vita del ragazzo.