La memoria del sangue
Cipro, Israele e la Palestina, la Repubblica di Venezia, i ghetti e i campi di sterminio in Germania, Londra al termine della seconda guerra mondiale. Vivono e soffrono in diversi luoghi e in diverse epoche i protagonisti di questo romanzo corale, ognuno vittima del pregiudizio del sangue. Eva, giovane ebrea tedesca, subisce con la famiglia la lenta discesa agli inferi che la travolge nel giro di pochi anni: prima l'aperta ostilità dei concittadini, poi la reclusione nel ghetto, la deportazione, il campo di sterminio e infine la liberazione, che non è altro che un'illusione. Lo zio Stephan si salva partecipando alla costruzione dello Stato di Israele, ma la terra promessa non manterrà del tutto la sua parola. Nella Venezia rinascimentale insieme ai passi di Otello, incantato dalla bellezza della città-stato e schiacciato dallo strisciante disprezzo che il colore della sua pelle suscita, risuonano le grida che accompagnano l'ingiusto processo di Portobuffolè inflitto a un gruppo di ebrei accusati di aver impastato il pane azzimo della Pasqua con il sangue di un bambino cristiano. Ognuno con la sua voce racconta un'esperienza di disumana persecuzione, mostrando, accanto all'eroismo della sopravvivenza, l'ineluttabilità della sconfitta di fronte alle forze più oscure della storia.
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