Che fai... li cacci? I dissidenti e la fine della democrazia
Nella diciassettesima legislatura, cominciata nella primavera del 2013, i passaggi di deputati e senatori da un movimento a un altro hanno segnato un record: più di duecento solo nei primi due anni. In questa epoca dei partiti personali non restano che due atteggiamenti possibili: acclamare il leader o ribellarsi. Ma la "ribellione" può avere tante motivazioni, può nascere da un sincero disaccordo politico o può costituire un utile mezzo per ottenere visibilità e importanza. Può essere, nel peggiore dei casi, un vendersi al migliore offerente. Chi sono i dissidenti? Perché lo fanno? Come parlano? Che cosa vogliono? Sono difensori della democrazia o sono il sintomo del suo deterioramento in una egocrazia? Per rispondere a queste domande, l'autore ha parlato con i "ribelli" stessi, con sociologi, psichiatri, linguisti, con esponenti della Prima Repubblica e con il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre. Ne emerge il quadro di una politica e una società che cambiano a ritmo di social, ma si rivelano ogni giorno sempre più individual.
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