Il filo mancante

Il filo mancante

In un'Italia riunita troppo in fretta, si svolge, dall'impresa dei Mille del 1860 alla disfatta di Caporetto del 1915, la storia dei due fratelli Nicotera, uno garibaldino, Rocco, il vero protagonista del romanzo, e l'altro, Carlo, ufficiale dell'esercito borbonico, desiderosi entrambi che fosse finalmente creata una Nazione unita, moderna e socialmente avanzata, capace di istruire, sfamare e curare bene la propria popolazione. Due vite che divergono e convergono continuamente nel rispetto reciproco delle loro differenti posizioni, unite dall'affetto, dalla stima e dall'amore. I due fratelli non gradiscono uno Stato governato da un re piemontese, che per cultura e lingua è più francese che italiano. Lo Stato unitario si è trovato a gestire un'organizzazione più complicata e difficile di quanto gli idealisti avevano potuto pensare. È mancata la capacità o la fantasia politica di cucire organicamente le frontiere dei sette Stati preunitari per costituire una Nazione. La morte di Cavour aveva sottratto al processo unificante la mano assemblatrice del grande sarto e tutto è rimasto incompleto e scoordinato. Per motivi diversi, i due non si ritrovano più in questa Italia raffazzonata, e, in periodi cronologicamente differenti, emigrano negli Stati Uniti d'America, dove ritrovano o realizzano in quei luoghi, geograficamente lontani, lo spirito originario, reale e concreto del Risorgimento e il significato della Patria perduta.

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