La Lacina e il casino della baronessa
Non lontano dal mare Jonio, sullo sfondo dell'Appennino serrese, nei boschi immensi di elci, maestosi faggi, querce secolari, covi di rettili e sterpi, si ergono i ruderi del castello della Lacina, un tempo di proprietà della ricca baronessa di Sant'Andrea, protagonista di leggende ed eventi straordinari che nel corso del romanzo si intrecciano con la storia e la condizione socio-economica dei nostri paesi, la dominazione borbonica, la lotta liberale e i curiosi plebisciti delle Serre per l'annessione all'Italia. Costumi, usanze, modi di vivere, brigantaggio e miseria dei piccoli borghi, emigrazione e dominazione borbonica rivelano una particolare impronta storica lasciata dalla narratrice ultranovantenne che sa attingere scrupolosamente alle fonti orali e rendere vitale non solo la protagonista del romanzo, ma anche gli altri personaggi con gli squarci pittoreschi di vita paesana in luoghi, posti ai piedi della Lacina che in un modo o nell'altro coinvolgono la splendida amazzone delle Serre.
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