Chiamatemi Frank
Possono le persone divenire migliori? C'è possibilità di cambiamento per tutti? Domande non facili alle quali l'autore tenta di dare risposta con il suo Frank, personaggio emblematico per il quale si prodiga al punto da scendere in scena, mettendosi al suo fianco, nel tentativo di verificare, in una dissociazione terapeutica, se l'effetto di guardarsi e osservare il susseguirsi degli eventi, possa in qualche modo suggerirgli l'antidoto comportamentale necessario alla conversione della sua creatura dal suo percorso decadente e volgare. Sarà un finale dalle tinte folli e imprevedibili, che probabilmente insinuerà nel lettore ancora più dubbi, quando si troverà egli stesso a raccogliere i cocci sparsi dall'autore impegnato a rappresentarsi al meglio nella sua parte assegnata.
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