Villanova dalle origini al 1650. Ristampa anastatica
"La scelta dell'Autore di rivolgere l'indagine su Villanova pare determinata da una conoscenza personale approfondita, da una cara consuetudine di vita che lo induce a riandare nel passato, indagare e scoprire antiche vicende. Ma anche, da questa conoscenza diretta di quel tanto che rimane al presente, la possibilità di cogliere le tracce del passato, collegarle e coordinarle tra loro, confrontandole là dov'è possibile con la documentazione scritta, ricostruire il tempo lontano. Così la sua tesi sulla data e sulla causa della distruzione di Villanova, riapre una questione antica, che risale al cronista Domenico di Gravina, al Gioia, al Pepe - quest'ultimo tornò più volte sull'argomento - e si prospetta del tutto nuova, originale, degna d'esser presa in considerazione, sia per l'impostazione che per le prove che vengono addotte. L'indagine condotta è ampia per l'informazione e offre spunti di particolare interesse anche per la storia del costume." (dall'Introduzione di Attilio Tanzarella)
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