Il sangue non basta
1748. Sulle montagne innevate del selvaggio West Virginia, la tribù Shawnee lotta ferocemente per difendere la popolazione indigena dall'invasione dei coloni, tra cinici compromessi e premonizioni ancestrali. In mezzo a quelle foreste Reathel vaga da mesi, accompagnato da un feroce mastino. Ha perso tutto, e ha fame. Quando finalmente arriva a una baracca isolata, vi scopre Della, giovane donna mezzosangue che sta per dare alla luce un bambino. Il freddo, la fame e gli orsi non sono gli unici pericoli in agguato: il neonato è stato promesso alla tribù degli Shawnee. In cambio, il loro capo Dente Nero concederà una tregua ai coloni dell'insediamento vicino e romperà l'accerchiamento che l'ha portato allo stremo. Della è fuggita, disposta a tutto pur di salvare il suo bambino. Ma gli Shawnee sono sempre più impazienti, e i coloni scalpitano per riuscire a mettere le mani sulla loro unica possibilità di sopravvivere agli attacchi della tribù. Uno stile letterario duro e primordiale, proprio del grande romanzo americano, che riecheggia le asprezze di una natura grandiosa e ostile all'uomo, tra scuoiature, scalpi, cacciatori di pelli, predicatori, sciamani, commerci clandestini, efferati colpi di scena e donne che partoriscono tra i caldi fumi del sangue in mezzo a ghiaccio, fame, violenza, ostilità e morte. Saranno proprio l'imminenza di questa morte e la connessione atavica tra madri di specie diverse a diventare, grazie alla penna incandescente di Taylor, motore della sopravvivenza e - forse - della salvezza di chi riuscirà a scampare all'apocalisse.