Microfictions. Vol. 2

Microfictions. Vol. 2

Cinquecento racconti per mille pagine di vite spezzate, piegate, ricomposte, perdute, magistralmente e indimenticabilmente raccontate Il libro che ha rivoluzionato, per sempre, l’idea stessa del racconto «Non si capisce perché la gente si affanni tanto a leggere libri inutili quando basterebbe prendere qualunque cosa scritta da Régis Jauffret per avere tutto quello che si cerca in un libro» - Le Magazine Littéraire «Mi hanno portata via su una barella. Chiedevo dei bambini e di Mathias, poi mi sono ricordata. L’ospedale era rumoroso, ho avuto un tale dolore quando mi hanno medicato che ho maledetto l’infermiera. Lei non si è vendicata, si è anche scusata per il dolore, come un tizio che entra a casa tua per chiederti la strada e uscendo si scusa per il disturbo. Mi hanno sistemata su un letto che sapeva dell’odore di qualcun altro. Oggi, il mio villaggio non esiste più. Credo che non lo ricostruiranno mai. Sono stata ammessa in Francia a titolo umanitario. Da allora, pulisco le parti condominiali del vostro palazzo. Non potete sapere fino a che punto mi sento in colpa di non piangere giorno e notte». Undici anni prima di quello che in Italia è noto come Microfictions, il volume uscito per Clichy che nel 2019 ha rivelato finalmente anche nel nostro paese uno tra i più grandi scrittori viventi, Régis Jauffret ha pubblicato, nel 2007, la sua prima raccolta di microracconti, intitolata Microfictions e provocatoriamente sottotitolata «romanzo». Con questo libro ha di fatto avuto inizio e definizione la narrativa unica di un autore imprescindibile. Un incontenibile e «originario» diluvio di storie, in cui la narrazione della deviazione e dello sperdimento umano è se possibile ancora più estrema, più aspra, più scivolosa, a tratti quasi intollerabile. Eppure già qui, come in tutto ciò che questo «sacerdote del male dell’uomo» ha scritto in seguito, si sprigiona quella sorta di ipnosi, di sottile, velenosa attrazione che ci impedisce di distoglierci dalla lettura, costringendoci a uscire dalla nostra «comfort zone» e andando lentamente a erodere e sgretolare ogni nostra convinzione, ogni certezza su cui si fondano la nostra identità e sicurezza. In questi ulteriori cinquecento racconti, ognuno di sole due essenziali, travolgenti, spietate pagine, si staglia tutta la forza della letteratura, che come nient’altro al mondo può aprire le porte della nostra percezione e farci capire cosa siamo, cosa non siamo, cosa vorremmo essere, cosa per nostra fortuna forse non saremo.
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