Il giorno della nutria
Il giorno della nutria è un giallo al contrario che ribalta tutti i cliché sulla provincia italiana, un viaggio all’interno dei territori della coscienza ordinaria che svela le deformazioni e aberrazioni della coscienza e del pensiero «Un io narrante dai movimenti eccentrici rispetto alla vicenda, esile ma cruda, che invita a seguirlo in un mondo psicotico, intriso di letteratura e filosofia, screziato di una sua cinica e assurda simpatia» - Alessandro Beretta, La Lettura Andrea Zandomeneghi riesce nel non facile compito di unire una narrazione esilarante, giocata tra il grottesco e lo slapstick, a una prosa raffinata e coltissima, dando vita a un esordio di grande spessore letterario. Davide Aloisi è un cefalgico cronico che abita a Capalbio assieme al nipote Giulio e alla madre Eufemia, gravemente malata, in una villa frequentata da bizzarri personaggi locali. Una mattina, dopo una nottata a base di alcol e benzodiazepine trascorsa in canonica con il parroco, sul pianerottolo di casa trova una nutria scorticata. Il rinvenimento gli provoca un'angoscia che si fa pensiero ossessivo quando realizza che ha l'aria di un'intimidazione o di uno sfregio, e che il possibile responsabile potrebbe nascondersi su chi gli sta intorno - oltre al nipote e alla madre, la badante di lei Dorota, suo figlio Esteban, dedito alla santeria, l'amico ufologo Emanuele, fino allo stesso parroco e a un losco possidente locale: tutti hanno un possibile movente. Sulla base di coincidenze, suggestioni e congetture, Davide opera ricostruzioni che lo portano a dubitare di tutti, nel corso di una giornata sempre più vorticosa, in cui il clima casalingo precipita fino al parossismo.
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